INDENNITÀ MATERNITÀ

La misura economica che sostiene le neo mamme indipendentemente dall'astensione dell'esercizio professionale

Normativa di riferimento e parametri di calcolo

A norma dell’articolo 29 del Regolamento per l’Attività di Previdenza e Solidarietà - articolo 4 dello Statuto, che rinvia al capo XII del Decreto Legislativo 26/03/2001 n.151 successivamente modificato dal Decreto Legislativo n.115/2003, dalla Legge n.289/2003 e dal D.lgs 80/2015[1], ai liberi professionisti, iscritti ad una Cassa di Previdenza, spetta una indennità, per i due mesi antecedenti ed i tre mesi successivi alla data del parto, pari ai cinque dodicesimi dell’80% del “solo reddito professionale percepito e denunciato ai fini fiscali come reddito da lavoro autonomo” nel secondo anno antecedente alla data dell’evento (parto, ovvero, aborto successivo al sesto mese, oppure data di ingresso del bambino nel nucleo familiare in caso di affidamento o adozione), purché nel periodo considerato l’istante risulti iscritto alla Cassa Nazionale del Notariato.
In caso di nuovi iscritti, l'indennità viene riconosciuta in misura frazionata in base ai giorni di iscrizione maturati nel periodo oggetto di tutela.
Nel caso di aborto spontaneo o terapeutico intervenuto dopo il terzo mese di gravidanza ma prima del sesto, l’indennità spetta nella misura di un dodicesimo del reddito professionale come sopra individuato.
L’indennità spetta anche nel caso di ingresso nella famiglia di bambino adottato o affidato in preadozione alle condizioni di cui all’art. 72 D. Lgs.151/2001.In questo caso la domanda deve essere presentata entro 210 giorni dall’ingresso in famiglia.
A norma dell’art. 70, comma 3 bis, (introdotto con L.289/2003) l’indennità non può essere superiore a cinque volte l’importo minimo derivante dall’applicazione del comma 3 del citato art. 70 D. Lgs. n.151/2001[2](anche in caso di gravidanza gemellare o plurima).
L’indennità di maternità non è cumulabile con altre provvidenze eventualmente spettanti a carico di altri enti e/o istituti assicuratori e la relativa corresponsione è condizionata all’iscrizione alla Cassa e all’attestazione dell’inesistenza del diritto alle relative indennità.


 Il Consiglio Notarile, a sua volta, deve provvedere entro 15 giorni all’inoltro della domanda alla Cassa che, ricorrendone i presupposti provvederà, di norma, entro tre mesi dal ricevimento della predetta, alla liquidazione dell’indennità.

Alla copertura degli oneri per la corresponsione dell’indennità di maternità si provvede, ai sensi dell’art. 83 D. Lgs. 151/2001, con un contributo annuo a carico di ogni iscritto, da versare, per tramite degli Archivi Notarili, unitamente alle quote di onorario relative al mese di ottobre.

Indennità al padre libero professionista

Con il Decreto Legislativo n. 80/2015 è stata introdotta la tutela per l’indennità di paternità per i liberi professionisti. La tutela è prevista per il medesimo periodo in cui sarebbe spettata alla madre libero professionista,o per la parte residua, nei soli casi di: a) morte o grave infermità della madre; b) abbandono del bambino da parte della madre; c) affidamento esclusivo al padre. L'indennità di paternità è erogata previa domanda, corredata dalla certificazione relativa alle condizioni ivi previste. In caso di abbandono il padre libero professionista ne rende dichiarazione ai sensi dell'articolo 47 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445.


Documentazione da allegare sempre alla domanda 

  1. Certificato medico comprovante la data di inizio della gravidanza e quella presunta del parto
  2. Dichiarazione sostitutiva ai sensi degli artt 46 e 47 del DPR 445/2000 (pdf prodotto dall'Area Riservata)
  3. Dichiarazione di consenso informato (pdf prodotto dall'Area Riservata)
  4. Documento rilasciato dalla Banca con l’indicazione del codice IBAN e dell’intestazione del rapporto

Da allegare solo in caso di domanda presentata dopo il parto
Attestazione o certificato di nascita in caso di domanda presentata dopo il parto

Da allegare solo in caso di interruzione della gravidanza ai sensi della legge 194/1978
Certificato medico, rilasciato dalla A.S.L. che ha fornito le prestazioni sanitarie, comprovante la data di inizio della gravidanza e la data della sua interruzione (solo in caso di interruzione della gravidanza).

Da allegare solo in caso di adozione o affidamento preadottivo
Copia autentica del provvedimento di adozione o di affidamento preadottivo.

Da allegare solo in caso di indennità di paternità

  1. Dichiarazione sostitutiva ai sensi degli artt46 e 47 del DPR 445/2000 in caso di abbandono (pdf prodotto dall'Area Riservata)
  2. Copia autentica del provvedimento di affidamento esclusivo del bambino al padre
  3. Certificato medico comprovante la grave infermità della madre
  4. certificato di morte della madre

IMPORTO EROGABILE PER INDENNITA' DI MATERNITA EX ART. 70 D. LGS N. 151/2001

ANNO

IMPORTO MINIMO

IMPORTO MASSIMO

2006

€ 4.224,48

€ 21.122,40

2007

€ 4.308,72

€ 21.543,60

2008

€ 4.382,76

€ 21.913,80

2009

€ 4.522,96

€ 22.614,80

2010

€ 4.554,16

€ 22.770,80

2011

€ 4.626,96

€ 23.134,80

2012

€ 4.753,50

€ 23.767,50

2013

€ 4.895,28

€ 24.476,40

2014

€ 4.952,32

€ 24.741,60

2015

€ 4.958,72

€ 24.793,60

2016

€ 4.958,72

€ 24.793,60

2017

€ 4.958,72

€ 24.793,60

2018

€ 5.012,80

€ 25.064,00

2019

€ 5.068,96

€ 25.344,80

2020

€ 5.093,92

€ 25.469,60

2021

€ 5.093,92

€ 25.469,60

2022

€ 5.190,64

€ 25.953,20

2023

€ 5.610,80

€ 28.054,00

2024
€ 5.914.48
€ 29.572,40


NOTE

[2] La legge 15 ottobre 2003 n. 289 ha introdotto un importo massimo erogabile, con facoltà per ogni singola Cassa di elevarlo in funzione della capacità reddituale e contributiva di ciascuna categoria professionale. Con delibera n. 103 del 28 novembre 2003 il Consiglio di Amministrazione della Cassa ha deciso di mantenere inalterato il tetto massimo fissato dalla legge in quanto rappresenta un parametro oggettivo in linea con l’assetto della Cassa ed in grado di mantenere in equilibrio il bilancio “maternità” che negli anni precedenti, causa il notevole disavanzo di gestione, era stato oggetto di specifici rilievi da parte del Collegio Sindacale e dei Ministeri vigilanti.